Il lungo percorso del Soccorritore

Intervista all’Istruttore FISA Max Della Valle

Nel variegato mondo del salvataggio un posto di rilievo è certamente occupato dagli istruttori. Sono loro che plasmano le future generazioni di bagnini e cercano di trasmettere la loro conoscenza, quello che – spesse volte- è il percorso di una vita. L’istruttore Max Della Valle ha una preparazione multidisciplinare e l’animo di chi cerca di andare oltre alla semplice trasmissione di nozioni. Ci abbiamo scambiato qualche chiacchera … ecco il risultato…

Come ti sei avvicinato al mondo del salvataggio?

Dall’età di 6 anni ho  frequentato il gruppo sportivo dei Vigili del Fuoco di Trieste, e vi ho militato fino all’età di 15. al mio 18° anno, ho frequentato il corso per A.B. Col mio maestro di nuoto, e di Salvamento, e ho iniziato le mie prime stagioni.

Cosa ti piace di più di questo mondo?

Mi piace esser sempre attento alle persone, anche fuori servizio e in qualsiasi posto, al bar piuttosto che in strada o mentre assisto ad una partita di calcio di mio figlio. E’ una predisposizione mentale, quella del soccorritore che non mi lascia mai; lo si apprende se hai avuto bravi Maestri. Inoltre, si tratta di un lavoro sempre vario, a differenza di quello che molti pensano, che ti sprona ad esser sempre in forma fisicamente e aggiornato. Al termine di ogni stagione, scopro sempre di aver appreso qualcosa di nuovo. 

C’è qualcosa che cambieresti dall’attuale sistema di certificazione dei brevetti?

Sicuramente il meccanismo del rinnovo automatico, senza prove pratiche annuali, è la cosa che mi disturba di più.  E’ il motivo che mi ha fatto entrare in F.I.S.A.!Sta proprio nella professionalità che viene richiesta di continuo, con aggiornamenti annuali e tanti corsi di specializzazione.

Mezzo di salvataggio preferito?

Attualmente il Rescue Tube, lo trovo pratico e versatile, naturalmente assieme al mio cane, ma amo allenarmi con tutti i presidi; ritengo che ognuno di essi si presti ottimamente al soccorso, naturalmente a seconda delle situazioni

Qual’è il punto di forza dell’utilizzo dei cani come “bagnino”?

Dipende …dall’uso. Principalmente il cane ti aiuta nel ritorno a riva, trainando assieme a te il pericolante. Ma non deve essere un mero esercizio di riporto! Il segreto è stringere un forte rapporto di fiducia e amicizia. Allora saprà starsene in disparte durante l’approccio con la persona in difficoltà saprà tornarsene a riva col  nuotatore stanco anche da solo, se tu sei impegnato in altre operazioni, porterà fiducioso una cima o un salvagente anulare anche ad un estraneo a 100 metri dalla riva, con il mare mosso…

Quanto impegno e quanto tempo richiede la loro preparazione?

Per quanto riguarda la sola parte in acqua, un cane predisposto come può esserlo un Retriever, si prepara all’esame in un paio di mesi. Molto più lungo il percorso a terra, dove il conduttore dovrà insegnare al suo cane, il comportamento corretto da tenere in un ambiente complicato come la spiaggia, dovrà instaurare un’ottimo rapporto di fiducia, lealtà e reciproco rispetto, e  dovrà diventare il suo miglior compagno di giochi!

Tutti i cani possono essere bagnino?

Assolutamente no! La differenza però non la fa la “razza” ma il carattere e.. la taglia. Nel brevetto F.I.S.A., abbiamo inserito, oltre al limite minimo di 25 kg, anche un test d’ingresso atto a valutare il comportamento ed il carattere del cane stesso. Mentre il comportamento si può correggere, il carattere no. 

C’è un salvataggio che meglio ricordi?

Con i miei precedenti cani, Artù e Pia, in 15 anni ne abbiamo portate  a riva di persone.. Per fortuna non emergenze vere e proprie, ma ricordo quella volta che, assieme ad un istruttore di vela, col suo gommone d’appoggio, abbiamo recuperato 8 ragazzini sui materassini, sorpresi al largo da una violenta e improvvisa libecciata; non potendo raggiungere la riva rocciosa, Pia, una meravigliosa labrador ha fatto assieme a me 4 volte la spola per riportarli sani e salvi a riva.. tutte le coccole erano per lei, oltre ad un’ovazione da stadio. I genitori dei ragazzini, hanno continuato a portarle biscotti per settimane. 

Come hai conosciuto la FISA?

Nel 2012, assieme al mio gruppo cinofilo ho partecipato ad un’esibizione assieme alla Delegazione F.I.S.A. Del Friuli Venezia Giulia. Al termine, il Responsabile, Maestro Giovanni Ghersina, mi ha preso in disparte, e, dopo avermi ringraziato e fatto i complimenti, mi ha elencato tutti gli errori tecnici che io e i miei soci avevamo fatto. Dal week end successivo, ho iniziato a frequentare i loro addestramenti in mare e nel lago e ho deciso di convertirmi alla F.I.S.A. 

Perché consiglieresti ad un ragazzo o una ragazza che vuole diventare bagnino di scegliere FISA?

Proprio per la grande professionalità che viene data e richiesta, per la formazione continua, per le numerose specialità proposte, per un percorso che inizia e non finisce mai! 

Un insegnamento che ritieni fondamentale trasmettere ai tuoi allievi?

Quello di capire che il Brevetto è solo il primo passo per diventare Soccorritori. Che non si finisce mai di imparare. Sapere e Saper fare. Sempre!

Un allievo o un gruppo di allievi che ricordi con piacere? Che ti hanno sorpreso?

Il mio primo corso. Gli allievi erano tutti ragazzi che frequentavano da sempre la Baia dove lavoravo, e che conoscevo da quando erano bambini.. Un legame nato tanti anni prima, quando insegnavo loro i primi nodi, e a “farsi salvare” dal mio labrador Artù.