Benché si tenda a rappresentare il mondo del Salvataggio italiano come una cosa unica si tratta di un mondo eterogeneo,  frammentato. Basti pensare alle diverse maniere con cui viene definito il “lifeguard italiano”: bagnino, bagnino di salvataggio, assistente bagnanti, marinaio di salvataggio, salvataggio. Oppure le maniere con cui vengono, a seconda delle regioni, definiti gli strumenti: pattino, patino, moscone. Così come è differente la tipologia del lavoro a seconda del datore di lavoro (cooperative di salvataggi, stabilimenti balneari, piscine) e del tipo di servizio.

Ma qual’è lo stato dell’arte? Qual’è il lavoro del bagnino italiano? Quali sono i pensieri, le preoccupazioni dei bagnini italiani (o almeno di quelli che seguono questo blog)?

In un mese abbiamo ricevuto 185 risposte al nostro sondaggio da tutte le zone d’Italia (mancano all’appello l’Umbria e la Valle d’Aosta). Hanno risposto bagnini di tutte le fasce d’età per cui, pur trattandosi di un sondaggio on line, possiamo dire di avere un buon campione d’analisi.

Ne esce un quadro con una popolazione abbastanza giovane (quasi il 60% ha meno di 30 anni) e istruita (più dell’80 ha conseguito il diploma superiore).

 

RI_Sondaggio 1

RI_Sondaggio 2a

Uno sguardo anche a come è stato conseguito il brevetto di assistente bagnanti. RI_Sondaggio_brevetto

Infine, una domanda su cosa spinge a svolgere questo lavoro. E’ una professione altamente vocazionale. Lo dimostra che quasi il 90% (risposta “amo questo lavoro” + risposta “mi piace questo lavoro anche  se…”) dei nostri intervistati sceglie questo lavoro per passione.

RI_Sondaggio 2b

Nei prossimi articoli analizzeremo: le risposte riguardanti la preparazione, i salvataggi e quelle relative al lavoro.