Psicologia da spiaggia

perché la stagione va affrontata con spirito

In quest’ultima stagione ci siamo imbattuti nei divertenti post di PSICOLOGIA DA SPIAGGIA, ci hanno fatto ridere ed hanno reso la “stagione” più leggera. Così abbiamo pensato di parlare con il bagnino Andrea, il creatore della dissacrante pagina su Facebook, per farcela raccontare!

” … E quindi mi chiedete di spiegare con è questa “Psicologia da Spiaggia”. E’ il modo di parlare di quello che vediamo noi bagnini, perché è su questo che si basa la pagina: quello che vediamo noi bagnini durante la stagione estiva, quello che viviamo e che non traspare dalla maglietta rossa e dal segno degli occhiali.

Perché fare il bagnino è diverso da essere un bagnino, a parer mio.

Quelli che fanno il bagnino, lo prendono solo come un lavoro, una questione di soldi. Si ok, siamo tutti li per i soldi perché se non ci pagassero non lo faremmo, ma è a fine stagione che si vede la differenza.

Essere un bagnino è un discorso di sensibilità, di percezione verso quello che ci circonda e verso se stessi, verso la figura professionale che rappresentiamo e che appare nel prossimo.

Da quando mettiamo piede in spiaggia sappiamo che almeno sino a settembre non ce ne andremo, passeremo le nostre giornate in quel posto, in funzione di esso. Si prenderà tanto di noi: si prenderà tempo, si prenderà la tua attenzione, il tuo sonno e gli aperitivi con gli amici. Le serate saranno col pensiero di alzarsi per forza al mattino dopo.

Nelle piccole realtà magari ci sei solo tu come bagnino al mattino. E ci devi essere.

Devi capire però cosa ti dà.

Hai responsabilità perché ti viene affidata la vita di tutte le persone che vedi. Non ne conosci mezza ma sarai il loro punto saldo. La spiaggia è il bagnino.

Starai in riva al mare almeno 3 mesi, vedrai panorami che la gente si fa ore di macchina per vederli. E puoi farti il bagno sempre, il che è una fortuna se ci pensi. A parte quando sei in servizio.

Osservi la ciclicità delle cose.

Ogni mese saluti gli ospiti che se ne vanno. “Ciao, al prossimo anno. Basta mare.”

Basta mare? Una frase terribile! Pensare di vivere il resto dell’anno senza il blu come sfondo.

La spiaggia è qualcosa di vivo, che ti entra dentro. Ti si infila tra le dita dei piedi e si appiccica sulla pelle. Ti lascia il segno dell’abbronzatura. Lo avverti, è vivo.

E poi la stagione finisce.

Hai conosciuto e salutato un sacco di persone. Ci sono gli arrivederci e ci sono gli addii.

Il tempo passa per tutti.

Qualcuna te la fai amico/a, qualcuna vorresti non averlo conosciuto, qualcuna te lo fai e basta.

Inesorabilmente smonti tutto, porti via le cose e un po’ quel senso di smarrimento ti prende.

Si, inizia l’inverno, qualcosa avrai da fare però in questi mesi hai fatto simbiosi con il mare e ora ti devi riorganizzare un po’ la vita, gli orari, il sonno. Tutto insomma.

E come hai iniziato finisci.

Tu, la spiaggia, il mare e il vento.

Perché essere un bagnino è un discorso di sensibilità, di percezione.