3) Allungare i tempi della simulazione della RCP. Mi capita spesso di vedere nei corsi che dopo 4-5 cicli l’esame finisca lì. Purtroppo le statistiche ci dicono che nella realtà occorre massaggiare per tanti minuti e tutte le compressioni devono essere impeccabili, dalla prima all’ultima. Quindi è bene buttare sudore sui manichini, prima di doversi trovare a farlo su una persona vera.
4) Retraining Fatti spesso, non in prossimità della scadenza del brevetto e non soltanto teorici. “In my humble opinion”, tutto questo però serve ad arrivare soltanto al…20% della prova. C’è da aggiungere un elemento essenziale che difficilmente la formazione in aula riesce a simulare: la pressione psicologica che un evento reale, improvviso, genera sul soccorritore, la cui gestione a mio parere – in linea col noto Principio di Pareto – costituisce l’80% della performance.