La modalità di allenamento del bagnino di salvataggio deve essere pensata in base alla tipologia di stress fisico richiesto dal lavoro del bagnino di salvataggioL’intervento reale del bagnino di salvataggio presuppone il passaggio rapido da una condizione di riposo ad uno sforzo submassimale, di conseguenza un allenamento di sola base aerobica non è funzionale.

L’ideale è lavorare con diverse intensità allenanti.

In vasca un metodo valido potrebbe essere il fartlek (dallo svedese, gioco di velocità), dove ad esempio strutturiamo una serie alternando una ripetizione:
25. m crawl alla massima velocità (scatto)
25. m rana lenta (recupero attivo)

L’ideale è somministrare a secco anche carichi in cui si supera la famosa “soglia anaerobica”.
Può tornarci il, sempre più diffuso nel mondo del training, protocollo HIIT (High Intensity Interval Training), dove ci alleniamo per pochi minuti (Volume basso) con Frequenze Cardiache alte (Intensità alta).

Ma oltre l’allenamento cardiovascolare, il bagnino deve “mantenersi in forma” anche sulle altre competenze: nodi (in particolare gassa, parlato, bandiera), voga, nuoto con rescue can, remata con rescue board e sup, ma soprattutto addestramento in mare mosso, dove le tecniche apprese nel corso bagnino si dimostreranno esclusivamente un concetto!

Di tutto questo ne parliamo al workshop di Rescue Italia e ne è stato ampiamente dibattuto nel workshop dedicato all’allenamento del bagnino di salvataggio organizzato dalla SNS Battipaglia organizzato da Davide Gaeta. Una giornata che ha visto interventi ed approfondimenti di grande interesse tenuti dai molti relatori.

Relatori della giornata: Prof. Giuseppe RICCIARDI (Docente Regionale FIN/Tecnico Nazionale C.S.I.), il Dott. Luigi SIRICO (Medico dello Sport/Referente Sanitario SNS Battipaglia),  Alfonso PERSIC (Personal Trainer Professionista) e Davide GAETA (Istruttore nelle Arti Marinaresche al Salvataggio).