A tu per tu con l’istruttore FISA Marco Faieta

Innovazione, tradizione e passione per il Salvataggio

Abbiamo avuto il modo di scambiare quattro chiacchere con il delegato FISA per la Liguria, Marco Faieta, nelle sue parole si può leggere tanta passione con uno sguardo scrupoloso alla preparazione e all’innovazione. Comportarsi da professionisti per essere considerati dei professionisti …

Ciao Marco, come ti sei avvicinato al mondo del salvataggio?
Il mio approccio al mondo del salvamento è avvenuto quando avevo 16 anni, per andare a lavorare per potermi comprare la vespa (PX). Poi per molti anni non ho più praticato, fino a metà degli anni 90, dove più per passione che per necessità sono tornato a frequentare l’ambiente, a riaggiornarmi e poi a continuare fino ad oggi.

Cosa ti piace di più di questo mondo?

Di questo mondo mi piace la possibilità di salvare delle vite in difficoltà.

C’è qualcosa che cambieresti dall’attuale sistema di certificazione dei brevetti?

Cosa cambierei … intanto il nuovo regolamento che sembra debba entrare in vigore, speriamo, già comincia a far cambiare qualcosa. Le due cose principali però che rivoluzionerei sarebbero intanto la condizione di dover effettuare un programma e degli esami unici per tutti, come fossimo a Ragioneria, poi renderei la figura dell’assistente bagnanti più professionale con l’obbligatorietà di dover effettuare continui aggiornamenti, corsi di specialità e per contro ottenere uno staus di professionista con relativo riconoscimento contrattuale ed economico. Basta sfruttare i bagnini per portare lettini, aprire ombrelloni e sdraio. Prova ad andare a vedere negli altri paese come sono inquadrati e rispettati  naturalmente sono anche professionali. Non esiste che nel 2017 ci siano bagnini che dormono in postazione, che usano cuffiette, che tirano alle ragazzine, sei un lavoratore con un compito importantissimo e se vuoi essere rispettato devi essere professionale.

Mezzo di salvataggio preferito?
Come mezzo di salvataggio preferito, veramente utilizzandoli tutti, dalla moto d’acqua, alla Rescue Board, al Baywacth, al Restube, al pattino, devo dire in pura sincerità che ogni presidio può avere una propria caratteristica utile in ogni occasione e quindi non escludendone nessuno, forse alla fine sceglierei la Rescue Board, perché riesce ad avere un po’ di tutti gli altri. E un presidio galleggiante importante, è veloce, è leggera, ti protegge in caso di urti, va bene con il mare calmo e quello mosso. Direi che la Rescue Board è il mezzo che qui in Liguria preferisco.

C’è un salvataggio che meglio ricordi?
L’anno scorso io personalmente ho effettuato due salvataggi, uno ad un ragazzo di 19 anni che tornando dalla boa (posta a 200 metri) finiva le forze e andava praticamente subito in panico che gli provocava degli spasmi simili alle convulsioni, sono arrivata giusto in tempo prima che si sommergesse. L’altro un bambino di 5 anni che giocando sugli scogli con gli amichetti, cadeva violentemente in acqua e seppur sapesse nuotare restava incredulo e fermo, sono arrivato praticamente subito.

Come hai conosciuto la FISA?

La FISA l’ho conosciuta tramite un amico. Era il gennaio del 2010.  Ad aprile 2010 ero già fiduciario della provincia di Imperia, a settembre iniziavo il primo corso in Italia della FISA (In realtà mi contendo il record con la Sardegna, ma penso di essere stato io il primo), da allora è stato un crescendo.
Perché consiglieresti ad un ragazzo o una ragazza che vuole diventare bagnino di scegliere FISA?

Perché consiglierei la FISA? Come dico in apertura dei miei corsi “ All’interno della F.I.S.A., quindi, convergono in forze istruttori e formatori delle altre due Associazioni, fornendo così un formidabile background di esperienza e formazione, che sarà miscelato per dare origine a corsi come a questo che state partecipando.”
E’ indubbio che lo svantaggio di nascere dopo e doversi “aprire la strada” è compensato dalla mentalità moderna unita alla continua trasformazione senza restare fisso e fermo su schemi prefissati. Ogni anno rivediamo le tecniche di soccorso e se necessario le cambiamo, anche a fronte delle impressioni dei nostri associati, delle esperienze reali e cerchiamo di migliorare sempre la nostra qualità.
Un insegnamento che ritieni fondamentale trasmettere ai tuoi allievi?

L’insegnamento che mi sento di dare è quello della PREVENZIONE, è inutile essere un buon nuotatore, se non si fa prevenzione ne usciremo inesorabilmente sconfitti.
Bisogna prevenire le azioni degli sprovveduti, delle persone che vogliono mettersi in mostra, cercare di parlargli ed evitare che corrano rischi inutili. La prevenzione è alla base del nostro lavoro.
Un allievo o un gruppo di allievi che ricordi con piacere? Che ti hanno sorpreso?
Sembrerà retorico, ma è vero, me li ricordo tutti, alcuni di più altri meno, ma di tutti ho una scheda virtuale in mente, con le loro paure e le loro forze. Ad ogni corso anche io imparo da ognuno di loro, è un continuo apprendimento anche insegnando agli altri. Solo così riusciamo a restare fedeli alla nostra missione!