Dragan Cigan, l’eroe venuto dalla Bosnia

E’ il 22 luglio del 2007 e siamo a Cortellazzo (Jesolo), Veneto. I turisti affollano la spiaggia libera di Cortellazzo. Accanto alla foce del Piave. Italiani e stranieri cercano un po’ di relax in questo tratto di acqua misto fiume e mare. Non c’è il bagnino, non è sorveglianza e considerando la forza del Piave possiamo immaginare che ci sia una certa spinta e che possa creare una importante corrente verso il largo oltre alla possibilità di gorghi e correnti sotterranee. Anche il fondale può variare rapidamente dalla spiaggia bassa al letto del fiume più profondo. Insomma, ci sono pericoli.

Improvvisamente la corrente allontana dei bambini dalla riva. Sono le 12 e tutto si svolge in pochi attimi, pochi secondi che separano la vita e la morte.

Dragan Cigan, cittadino bosniaco di 31 anni, manovale a San Martino di Lupari, capisce il pericolo e non ci pensa due volte. Si tuffa insieme ad un altro extracomunitario marocchino H. R. di 35 anni, per soccorrere i due fratellini di sette e dieci anni che stavano per annegare. Alla fine i bimbi se la sono cavata, mentre Dragan non ce la fa. Lotta con tutte le sue forze ma un’onda se lo porta via!

I genitori dei bambini salvati recuperano i figli e si allontanano nel silenzio. Non una parola non un ringraziamento. I bagnanti che assistono alla scena riportando alle cronache locali l’accaduto, ne rimangono indignati.

Dragan Cigan era scappato dalla guerra civile nella ex Jugoslavia e si è trovato a donare la sua vita per qualcuno che non conosceva lasciando sole al mondo le sue due figlie e la moglie.

Per tale atto di coraggio, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, con proprio decreto, ha conferito a Dragan Cigan la medaglia d’oro al valor civile alla memoria.

Una strada è stata dedicata a Dragan, il viale di cipressi che porta alla spiaggia dove ha donato la sua vita (la vedete nella mappa sopra).

Era il 2007 e quei bambini salvati da Dragan oggi sono degli uomini e ci resta soltanto da sperare che assomiglino di più all’uomo che ha donato la vita per salvarli che ai loro genitori.

Ringraziamo il lifeguard Nico per averci parlato di questa storia.

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